martedì 4 dicembre 2007

Felicità?

Ieri in classe leggevamo "A se stesso" di Leopardi, e ne è nata una discussione sulla sofferenza. Alcuni dicevano che dalla sofferenza ci si può "tirare fuori". Ma la sofferenza di Leopardi non è una sofferenza come può essere la nostra, è assoluta. Dalla nostra possiamo "tirarci fuori", forse. Forse il vero problema non è la sofferenza, ma la felicità. Già, perchè quella sì che è assoluta. Irraggiungibile. Quale uomo è in grado di definire il perenne senso di tensione e di inquietudine che lo anima, e ancora di più, c'è qualcosa che può appagare questo nostro desiderio? Non ci converrebbe forse mettere un attimo da parte questa nostra naturale tensione all'assoluto (e quindi alla felicità) e provare a gioire delle piccole cose? il che non significa accontentarsi...ma cercare di rendere tutto più più semplice, provando a scioglierlo dalla nostra percezione...


Forse questo mio post non è del tutto comprensibile, o non esprime bene il mio pensiero...ma questo tema è troppo grande per adattarsi a stare dentro le parole. Al momento sto leggendo "L'arte di essere felici" di Schopenhauer. Dovessi trarne qualche conclusione... :-)

3 commenti:

  1. guardami negli occhi4 dicembre 2007 alle ore 14:29

    Leopardi..il mio preferito. La felicità? Una pausa tra un dolore e l'altro (mi pare di ricordare fosse farina del suo sacco). Preferito dalla mia parte più in ombra, per come ci trasmetteva il sentimento della solitudine, per la sua modernità senza confini e senza tempo nonostante la sua vita in isolamento, per il suo saper cogliere che l'attesa ci fa godere quello che verrà (esempio "Il sabato del villaggio")
    Forse il perenne senso di tensione e di inquietudine ci fa assaporare a pieno la gioia che arriva..chissà..
    Ora, tempo libero permettendo, sto leggendo "L'arte di essere pazienti" del Dalai Lama, "L'altra donna" di Doris Lessing.
    Dalla mia piccola esperienza ti dico di continuare a leggere, si trovano tanti spunti interessanti, che uniti alle nostre esperienze ed alla nostra unicità.....
    Buonanotte,
    Laura

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  2. Interessante. Ma la felicità cos'è? e non vi è mai capitato che le cose che più vi fanno star male sono le cose più belle? Quando dici "Azz quel giorno come stavo bene?"...e ti accorgi che quella felicità ora è la cosa che ti crea tristezza?
    Certo, bisogna saper cogliere le piccole cose, bisogna come dicono in oriente "desiderare quello che si ha!".
    Questo non vuol dire non avere ambizioni...significa essere padroni di se stessi e puntare verso i prorpio sogni ma con i piedi perterra. Facile? Per nulla.

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  3. La felicità (assoluta) è un'aspirazione, la sofferenza una realtà, il pessimismo un modo di essere. La felicità è un insieme di cose, piccole e grandi, è amore, amicizia, partecpazione, è avere un progetto e perseguirlo con coerenza, insomma è la vita! E' "la gioia di vivere". C'è un romanzo che si intitola così, di Zola, se non sbaglio.

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