La Pazza cammina tranquilla, in discesa, col giubbotto in mano. I fiocchi di neve perfetti, identici a quello di brillanti che porta al collo, le bagnano il pile, rimanendo un attimo intatti prima di sciogliersi, ma lei non se ne cura. L'aria è più calda, cammina osservando l'impronta dei moon boot e ascoltando il rumore dell'acqua del Marmore, che corre sempre più veloce verso la Dora, sua tomba. Cammina decisa, senza più osservare il bar all'angolo, senza buttar dentro l'occhio. Lo sa chi c'è dentro. Un uomo che senza maschera non esiste, e prova disprezzo per l'anima. Ingoia l'odio e il rancore, e continua a camminare, decisa, e tutti quelli che sussurrando si sono affacciati a fissarla, manco li guarda. Ad un tratto si mette correre, per nulla goffa, anche coi moon boot. Finita la strada, attraversa il borgo sul sentiero, inciampa tra i legni, tra le pietre, e continua a correre. Attraversa il ponte, e lì si ferma un attimo. La cascata corre anche anche lei verso il Marmore, e verso la tomba. Riprende la sua corsa, decisa, senza più inciampare, leggera. Si arrampica rapida, sulla scala di roccia e radici. Dicono sia un luogo stregato. Ma il pazzo è lì.
Nessun commento:
Posta un commento