Antonio Montanari ha giustamente scritto "Povero Montale" e "Povera scuola". Io oggi dico "poveri noi". Poveri noi studenti che vorremmo apprendere, che siamo interessati, che vorremmo degli stimoli, degli incentivi, e invece veniamo livellati verso il basso. Povera me, che quando ho detto che il mio libro preferito è l'Idiota mi sono sentita dire da un'insegnante "Ah, sì! Tolstoj". Povero il mio 9 di greco, che ieri è crollato davanti al brano di Luciano, non sono andata in "palla", ero concentrata, probabilmente ho sempre preso 8 perchè mi venivano proposti brani molto più facili. Poveri noi che ci siamo visti concentrare tutte le interrogazioni nell'ultimo periodo di scuola, e abbiamo sempre dovuto posticipare la data di inizio del ripasso. Poveri noi che ci siamo sentiti spiegare gli Ermetici in 20 minuti, D'Annunzio in due ore, Svevo e Pirandello in una scarsa. Poveri noi che a inizio ora ci siamo sentiti spesso 10 minuti di lamentele degli insegnanti, seguiti dall'immancabile "Ho perso tempo,adesso come facciamo il programma?"
Non faccio di tutt'un'erba un fascio,no. C'é chi risponde alle nostre aspettative, e c'è anche chi non studia, e non si merita di meglio. Ma sono purtroppo minoranze.
Ci sono scuole in ci gli insegnanti non possono manco spiegare perchè i ragazzi giocano a carte, e ne vanno,lo so. Ma non è il caso dei Licei Classici. Non abbiamo il diritto di pretendere di più?
Povera Italia
RispondiEliminaCara Stella, grazie della citazione, ed aggiungo: "Povera Italia". Quando si deludono i giovani, si bruciano le loro speranze, per abbandonarsi ignavi alla corrente del fiume, senza tentare nulla che sia degno. Allora, poveri noi. Noi tutti.
Fatti non fummo a viver come bruti, mi ripeto parodiando l'Ulisse dantesco quando, non volendo cedere allo sconforto e non cercando inutili protagonisti, vedo tuttavia che c'è un obbligo morale all'agire davanti alle situazioni "assurde" in cui ci troviamo.
Auguri a te ed a quanti stanno dando il loro meglio negli esami finali "di maturità" di questi giorni.
Auguri per voi, ma anche per noi. Perché possiate dare sempre il meglio di voi stessi alla vita e nella società. Non soltanto negli esami di questi giorni.
Ricordo il saluto che lanciai ai miei alunni di prima media nel primo anno di insegnamento: "Vi auguro di incontrare parecchie difficoltà, perché è soltanto nelle difficoltà che sappiamo misurare le nostre forze ed impegnarci seriamente".
Meglio non potevi disegnare una situazione spiacevole e di disagio tuo e dei giovani studenti. Non vi meritate questo.eppure è la mia generazione che sciaguratamente ha fattoquesto. Purtroppo.
RispondiEliminaluigi
Giusta e santa indignazione! Anch'io sono rimasta male, quasi vergognandomi di appartenere a una categoria che si rivela troppo spesso facilona e superficiale quando non, addirittura, ignorante, Anche perchè di errori ce n'erano altri, per es. il Gabinetto Vieusseux ha perso una "u" nel testo ministeriale e il povero Galata non è una scultura romana del I sec. a.C. Ma basta così. La delusione è più bruciante quando ci si è impegnati col cuore e con la mente e si scopre che altri non corrispondono nè al nostro impegno nè alle nostre aspettative, ma tu vai avanti, avanti sulla strada giusta, quella della serietà e della correttezza e coerenza. Questo va bene, che ci sia tu e altre persone come te e siano tante e diventino sempre di più. E non smettere di indignarti!
RispondiEliminaAntonio Montanari: l'ultima frase è uno splendore, riassume il mio pensiero. Tante volte me la sono ripetuta per incoraggiarmi.
RispondiEliminaLuigi: noi giovani vorremmo solo essere valutati per quello che siamo, e non un' informe massa di maleducati fannulloni, come spesso sentiamo dire. I maleducati e i fannulloni sono l'eccezione
Zia Becky: mi conosci, non smetterò mai di indignarmi, mai!
Noi pretendevamo di più, oggi siamo rimasti in pochi.
RispondiEliminaE non perchè si sia mollato, ma solo perchè tanti di noi non sono più qui.
Fatelo anche voi, siete i figli di quelli degli Anni '80.
I nostri figli.
Tocca a voi adesso, ma, per piacere, cercate di sopravvivere un po' più di quanto ci siamo riusciti noi.
Rispondo qui ad Antonio Montanari. Leggo [Quando si deludono i giovani, si bruciano le loro speranze, per abbandonarsi ignavi alla corrente del fiume, senza tentare nulla che sia degno].
RispondiEliminaCaro Antonio, siamo di due generazioni divise da un decennio.
Voi siete quelli di "We chane the world", noi quelli di "No dream no future".
Forse "i giovani" sono stati traditi una trentina di anni fa.
Da chi?
Dai loro fratelli maggiori, gli stessi di cui parla la Stella.
Non lo dimentichiamo, per favore.