Sono nata in un posto lontano, dove le mucche pascolano nel prato, dove i prati sono ancora verdi, il cielo ancora azzurro, e il sole non congela la pelle dopo averla bruciata. Almeno credo sia ancora così, è tanto che manco da casa. Da tanto che sono fuggita, da tanto che non sono più la stessa, da tanto che vivo di finzione, Campari, Prada e tacchi a spillo, sentendo che quella è la mia vera pelle. Sulla pelle una stella alpina e una genziana, impresse a fuoco nell'anima, tempo fa la mia mamma aveva costruito su una scatoletta di legno quei due fiori con delle perline, ma tanto tempo fa, è un ricordo che si sporge spontaneo e nitido. Ma era prima che tutto cambiasse, prima che calzassi i Ray Ban giganti, prima di perdere l'attacco dello sci. Prima che scivolassi e mi ritrovassi, prima che incominciassi a sognare. Prima di addormentarmi. Esatto, proprio così, io mi sono addormentata. E mi sono ritrovata in un altro posto. Era una sera d'estate. Eravamo stati tutto il giorno nel prato, sdraiati insieme tra le margherite. Poi dopo correvamo storditi per le vie di un paese dove ci sono le terme e un casino, qualcuno, non mi ricordo più chi, mi ha fatta sedere su quella fontana a forma di palla che gira, e abbracciata a quella devo essermi addormentata
Mi sono svegliata molto dopo, giorni dopo, eppure avevo ancora gli abiti umidicci dal giro nella fontana. Si era sul finire dell'estate. Ero in un stanza strana, sui toni del pesca, con tante foto e disegni alle pareti. Io con un bambino piccolo in braccio, per il quale provo un istintivo senso di affetto, io abbracciata a un ragazzo alto coi capelli scuri e lo sguardo tristemente disilluso, verso il quale continuo a sentirmi spinta. Mi guardavo allo specchio, ero bella. Ben vestita, borsa costosa e cellulare elegante. Nelle orecchie, Buonanotte all'Italia e Niente paura, sul comodino una copia polverosa di La mia famiglia e altri animali. Qualcosa mi sfuggiva, ora toccava a Delitto e Castigo, dov'erano andati Alioscia e l'Idiota? Intorno a quella stanza c'era una casa, e intorno a quella casa una città, autobus e metro, centri commerciali, luci e piccioni. Tutto strano ma familiare. Ma ancora più familiari erano quelle foto grigie sotto il cuscino...
Penso che tu potrai sempre tornare nel posto lontano che tiporti dentro.Esso ti accompagnerà sempre e per te sarà una "regione dell'anima".
RispondiEliminaBuona serata
Fino
è la prova di un racconto. i luoghi sono i miei. le persone sono collages, ho in mente la continuazione, spero di farcela
RispondiEliminaCe la farai.Persevera e vedrai che un giorno le parole giuste andranno al loro posto sulla pagina bianca come per magia.
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