Santo Stefano è la giornata più stupida dell'anno, non è nè Natale nè il mio compleanno
Sentite scuse a tutti i lettori che si chiamano Stefano
Santo Stefano è la giornata più stupida dell'anno, non è nè Natale nè il mio compleanno
Sentite scuse a tutti i lettori che si chiamano Stefano
E il principe azzurro spalava la neve, coi capelli bianchi e la barba grigia
Che tu possa avere un libro e una stufa accesa. Una penna tra le dita e tanta carta bianca. Corse sulla neve e tagli di lamine tra le dita. E una pizza ed una birra, e una festa ed una cena. E un errore ed un rimedio. E una risata e una confidenza nel buio. E odore di famiglia, e profumo di rose fresche. E un'anima strana e complessa, perchè le persone normali non sono interessanti. E un amore sotto la luna. E un caffè senza zucchero e un sorriso dolce. E una fanciulla come vuoi tu. E silenzio di cicale, e un'estate di vento tra i pascoli, e un volo e una valigia
Che sia come lo meriti, come lo sogni. Che sia come vuoi tu
E che una ragazza con gli occhi azzurri e le unghie scure continui a scriverti, a scrivere per te, a volerti bene :)
Buon compleanno, Alain
Finalmente l'ho detto. Dopo mesi. "Ti voglio bene". Voler bene per le parole dette, per quelle scritte. Per quelle immaginate e poi trascritte in una storia senza finale. Per un ricordo gigante che non diventa piccolo come gli altri, confinato nel suo spazio in fondo al cuore. Sentire una presenza sottile, un filo trasparente. Sentirsi dentro le parole, sapendo benissimo che per te vogliono dire qualcos'altro, ma va bene lo stesso. Accendere il pc e trovarti lì. Gettare il cappotto per terra e piangere disperata per la morte della speranza e trovarti lì. Ma non puoi ascoltare, puoi solo leggere.
E non è strano, non è sbagliato, non fa male. é bello
ecco, è questo il problema. La sofferenza fortifica, fa crescere. Soffrendo si impara. A valutare i problemi, i dispiaceri. Si diventa sensibili, attenti. Premurosi. Protettivi nei confronti di chi ci sta accanto.
Ma non siamo più capaci di fidarci. Di lasciarci andare. Di riprovare. Di pensare "magari questa volta non piangerò". E allora si vede il lupo cattivo in agguato dietro ogni angolo, e una presa per il culo dietro ogni sorriso.
Ma questa volta mi voglio fidare. Del suo sorriso, delle sue mani timide, del suo mazzo di rose.
Stella, timorosamente felice
...Ci sono delle cose sue che non mi stanco di rileggere. Torno a casa, o nella mia stanza, tolgo il cappotto e accendo il computer. occhiali da lettura e tisana, ci penso, ci rifletto poi butto giù su un quaderno verde delle risposte che chiudo in un cassetto. In qualche pomeriggio disperato tra fazzoletti e torri di libri e tubi di VivinC in cerca di un conforto. Alle tre di mattina con la testa che gira e l'alito che sa di grolla...e lì penso che siamo pazzi
Dice quello che io non oso
E l'attesa è finita. Mentre a Parma cadeva la neve, mentre preparavo il mio primo esame, mentre organizzavo le vacanze, mentre progettavo di tornarmene a casa il più presto possibile, lui è arrivato. Dal nulla, sul pullman di una gita che mi hanno costretto a fare (udienza dal Papa. scriverò un post possimamente). E adesso è tutto diverso, tutto nuovo, tutto dolce e imbarazzato e nervoso. E mi sento più serena...e la serenità è uscire dal convitto e trovarti lì, e rannicchiata in un angolo guardarti guidare, e provare un brivido di fiducia.
E ho una fifa blu
....La regina lo sa già
al buffone si concederà
sette volte guerra ci sarà
è una storia chimica
di un coniglio che poi se ne va
la morale è questa qua
ride ride Sua Maestà
ore 20.00, aspetta l'autobus davanti alla stazione di Parma. Capelli rossi lunghi fini alle spalle. Occhi azzurri di quell'azzurro limpido, sincero, trasparente. Molto più azzurri dei miei. Ispira grazia, raffinatezza ed eleganza, anche se ai suoi piedi c'è una valigia pù grande della mia. Continua a guardarsi intorno e a sorridere, anche se continua a diluviare, è sicuramente scesa dal treno ed è tutta bagnata. Continua a sorridere anche se è una donna che pensa e che soffre, me lo dicono quelle occhiaie profonde che la rendono se possibile ancora più bella. Una madonna.
Ad un tratto, dal nulla, arriva il Pazzo su un cavallo alato, e la porta via dalla banalità della pensilina della fermata