venerdì 23 gennaio 2009

L'eleganza del riccio

L'ho letto. Tra un treno e l'altro, tra un raffreddore e l'altro, l'ho letto. L'ho finito tre settimane fa e sono ancora qui a chiedermi se mi è piaciuto o no. Ho apprezzato la rilettura in chiave moderna della favola "donna modesta trova principe azzurro ricco", ho sperato invano, sapendo di sperare invano, in un lieto fine, e quando non c'è stato ho versato la lacrimuccia.


Ho trovato pesante e inutile la lunga dissertazione su Occam, e esageratamente grottesche le descrizioni fisiche della portinaia, troppo lontane dalla realtà. Lei è relativamente giovane, e viene descritta come un'ottantenne (parecchio malmessa). La scena in cui la bambina risponde allo psicologo della mamma è allucinante, irreale al massimo.


Siamo d'accordo che deve essere irreale, è la trasposizione di una favola. Ma forse un pizzico in più di aderenza alla realtà oggettiva di questo mondo (in un condominio signorile non c'è un tale cesso di portinaia) avrebbe reso il tutto più scorrevole

3 commenti:

  1. Ciao, nemmeno a me è piaciuto. Ho letto le prime 30-40 pagine e mi ha immediatamente stufato. Eppure ci sono delle belle frasi, non lo nego, però nell'insieme non capisco come mai ne abbiamo parlato così tanto...

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  2. Verso la fine del romanzo mi è venuto da dire: in fondo è una variazione della favola di Cenerentola… con la differenza che la protagonista è la matura portinaia di un lussuoso condominio.
    Un racconto sulla potenza della vita interiore, come l’arte - in tutte le sue forme - possa salvare la vita, quando non la complica. Riflessioni sui film di Ozu Yasujiro, sui gatti, sulla pittura di Pieter Claesz e sul rasoio di Occam; té e piogge d’estate, camelie e una sotterranea malinconia con un finale a sorpresa.
    Non chissacosa, ma si può leggere.
    Ciao, buon week end.

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  3. Ciao Stella,
    un po' tardi immagino per commentare questo post...era da molto tempo che non ti leggevo e devo spezzare una lancia per il Riccio.
    Ovvia premessa: a me è piaciuto. E anche molto. seconda premessa: l'ho letto in francese, appena è stato pubblicato, assai prima che venisse tradotto e diventasse un best seller, cosa che assai di rado giova alla letteratura.L'ho letto, quindi, senza alcuna aspettativa, e mi sono lasciata coinvolgere e commuovere, facendo il tifo, fin dalle prime pagine, perché la bambina e la portinaia potessero incontrarsi.
    Ma vengo alle tue obiezioni. Secondo me la questione della credibilità del personaggio è irrilevante. A parte che non trovo poi così poco plausibile che in un lussuoso e snob stabile parigino vi sia una "concierge" dall'aspetto un po' squallido, la portinaia mi ha colpita non solo in quanto essere umano complesso ed avvincente, ma anche come una conferma, quasi una metafora, che le cose, le persone, raramente sono solo o prioritariamente ciò che appaiono. E' un invito a scavare, a cercare cosa si nasconde dietro alle apparenze. E il libro è anche molto altro ancora, è una storia di amicizia e di lealtà, di solitudine e di ricerca...
    Ti racconto un aneddoto. Ho consigliato questo romanzo a molte persone e tutte, dopo averlo letto, mi hanno regalato un libro, per ringraziarmi di aver dato loro l'emozione del Riccio...
    Ciao Stella, continua a leggere e a scrivere e ricordati, ogni tanto, di fare ciò che consigliava il poeta inglese Coleridge..."metti da parte l'incredulità", lasciati sorprendere e commuovere.
    ciao

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